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Il sistema famiglia tra ordine e caos

Non possiamo prevedere i terremoti, ma siamo in grado di definire con grande accuratezza le zone a rischio sismico, anche se talvolta un terremoto può avvenire in una zona a basso rischio e altre volte per lunghi periodi di tempo può non succedere assolutamente nulla in una zona ad alto rischio. Queste considerazioni valgono per una gran quantità di fenomeni tra loro isomorfi: le valanghe, le frane, l’andamento degli uragani, ecc. Cosa comporta immaginare che la metafora del caos possa essere utilizzata anche per descrivere quel sistema umano con storia, caratterizzato da fasi critiche, cambiamenti più o meno repentini e prevedibili, produzione più o meno improvvisa di sintomi e organizzazioni disfunzionali talvolta sconvolgenti e distruttivi come un terremoto o una valanga, rappresentato dalla famiglia? La famiglia: un sistema ai margini del caos La famiglia è un microsistema (la totalità è diversa dalla somma delle parti) in evoluzione (piccolo gruppo con storia), con capacità di coping (adattamento organizzato) che si trova, nel corso della sua storia, a dover affrontare eventi stressanti che comportano un processo di riorganizzazione di compiti e ruoli e crisi di transizione. (cfr. Scabini, 1995) . Nel secondo dei lavori sopra citati, a cui nel seguito faccio diretto riferimento, l’Autrice mette in evidenza come il sistema famiglia sia soggetto a riorganizzarsi nel corso del tempo, talvolta anche con cambiamenti strutturali forti, prodotti però da un’ evoluzione graduale e continua. E ciò sia a causa di eventi imprevedibili, sia in seguito ai normali eventi del ciclo familiare. I bruschi cambiamenti dell’organizzazione del sistema, l’imprevedibilità degli eventi e del loro corso, la conseguente crisi, ci suggeriscono, già in prima battuta, una possibile analogia con quanto visto in precedenza relativamente alla teoria delle catastrofi e al comportamento dei sistemi instabili. 

Dal lavoro della Scabini, l’“Approccio dello sviluppo”, le famiglie cambiano forma e funzione nel corso del loro ciclo di vita secondo una serie ordinata di stadi di sviluppo, vere e proprie fasi critiche del ciclo di vita della famiglia: costituzione della coppia, famiglia con bambini, famiglia con adolescenti, famiglia trampolino di lancio, famiglia lunga del giovane adulto, mezza età, famiglia anziana/nido vuoto). Ciascuna delle precedenti fasi è considerata secondo tre dimensioni: a) cambiamento di compiti e aspettative del ruolo dei genitori, b) cambiamento del ruolo dei figli, b) norme culturali. In ogni fase la dimensione del sistema è trigenerazionale (prospettiva temporale multigenerazionale). La famiglia deve riorganizzare così le caratteristiche dei ruoli di ciascuno di fronte agli inevitabili cambiamenti cronologici (compito di sviluppo della famiglia) e l’evento critico segnala che le abituali modalità di funzionamento risultano inadeguate. In quest’ottica, il sintomo può essere interpretato l’insuccesso del passaggio da una fase del ciclo vitale all’altra e dipende, almeno in parte, dall’“impatto a lungo termine degli eventi familiari […] secondo un nesso causale che il più delle volte sfugge ai componenti stessi della famiglia” (Scabini, op. cit., p.64). In questo senso la famiglia può essere considerata, in alcune fasi specifiche del suo ciclo vitale, alla stregua di un sistema non lineare, che attraversa stati critici, in una “regione di frontiera” tra ordine e caos. Nel sistema famiglia, come appunto accade nei sistemi instabili, in stato critico: – è impossibile prevedere il comportamento del sistema a lungo termine; – è importante la storia del sistema; – effetti normali e grandi sconvolgimenti possono avere cause simili; – è possibile non trovare segni premonitori di un evento catastrofico.