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Ragazzi, avete dei diritti! Lo sapete?

confronto con i ragazzi della Fiorelli

La Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che in Italia è stata ratificata il 29 maggio del 1991, si celebra in tutti gli angoli del mondo (precisamente in 190 Paesi) il 20 novembre per sancire il diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo e a non essere discriminati in nessun modo e per nessun motivo. 
La Convenzione dell’ONU, composta da 54 articoli, si è basata su 4 principi ispiratori:

  1. non discriminazione
  2. superiore interesse del minore
  3. diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo
  4. rispetto per l’opinione del minore

Nel corso di questi anni mi è capitato spesso di lavorare nelle scuole della I° municipalità, in particolare nelle scuole secondarie di 1° Grado, portando avanti progetti molto diversi tra loro.
La specificità dello Psicologo, che opera a scuola rispetto ad altre figure professionali nei contesti educativi, risiede in un approccio attento alla complessità del sistema Scuola composta da individui (studenti, insegnanti, operatori) e da gruppi (classi, famiglie, corpo docente e amministrativo) ed  inserita in un contesto territoriale più ampio, lavorando nella consapevolezza delle relazioni tra questi diversi attori sociali e operando su tre obiettivi principali:

  • Promozione della salute e del benessere
  • Contrasto dei fenomeni di rischio
  • Diffusione delle buone pratiche psicologiche

La preadolescenza e l’adolescenza costituiscono fasi del percorso di crescita caratterizzate da importanti cambiamenti fisici, psicologici e relazionali che richiedono una ristrutturazione dell’immagine di sé. I ragazzi, in questa fase, si trovano di fronte a complessi compiti di sviluppo come la costruzione dell’identità, la ricerca di indipendenza e di autonomia. La scuola secondaria di primo grado riveste, in questa fase, un’importanza cruciale sia per i ragazzi che per le loro famiglie, non solo per la formazione didattico educativa, ma anche come luogo di riferimento nel quale si strutturano le relazioni con il gruppo dei pari che assume in questi anni un ruolo centrale e con gli adulti.

La prevenzione deve aiutare a comprendere le ragioni delle scelte rischiose o dei comportamenti violenti e sostenere lo sviluppo di una coscienza critica nei confronti dei modelli di comportamento deviante o a rischio. Deve inoltre misurarsi con le diseguaglianze sociali, culturali ed economiche esistenti e con i fattori di rischio specifici di gruppi e singoli, come l’appartenenza a famiglie problematiche, la presenza di problemi scolastici, l’abbandono prematuro della scuola, i disturbi del comportamento.
In ognuno dei progetti portati avanti insieme alle colleghe dell’Associazione Duecon, di cui sono socia e presidente, dai progetti sul bullismo a quelli sulla violenza di genere, da quelli sull’esplorazione delle emozioni a quelli sui pericoli del web, mi è sempre sembrato estremamente utile partire da una riflessione con i ragazzi sui loro diritti.
Per gli alunni di prima media e seconda media il lavoro è stato spesso rivolto alla conoscenza e all’esplorazione dei propri diritti. E in un secondo momento sul significato che il rispetto di tali diritti ha nel loro quotidiano e nelle relazioni in cui sono immersi.
Il lavoro con il gruppo classe è un mezzo privilegiato, perchè permette esperienze di interazione, scambi e costruzione di significati, produzione di idee, propositi, interventi.
Per fare in modo che l’alunno possa essere consapevole delle proprie libertà ma anche delle proprie responsabilità, nell’ottica di una costruzione condivisa delle conoscenze, tutto inizia da una semplice domanda:
Sapete di avere dei diritti? Sapete che esiste una Convenzione sui diritti dell’infanzia?
Segue un confronto con i ragazzi sui loro diritti, sul piano familiare e sul piano relazionale, diritti di cittadinanza e su quello che deve fare chi si occupa di loro per assicurargli salute e sicurezza, informandoli delle varie competenze e professionalità sociali, educative e sanitarie presenti sul territorio e relative alla fascia di età adolescenziale.
I ragazzi hanno anche delle responsabilità nei confronti degli altri coetanei come degli adulti, per assicurare il rispetto dei loro diritti.
Il confronto con bambini e ragazzi ha valorizzato i seguenti diritti:

  • il diritto di potere vivere in un ambiente che garantisca e promuova la salute e che sia funzionale
    alle particolari esigenze dei bambini e degli adolescenti e al loro bisogno di vivere gli spazi;
  • il diritto all’ascolto, nel suo significato più ampio, con un atteggiamento di vera attenzione e di desiderio di comunicazione per comprendere aspirazioni, speranze, paure, emozioni e la realtà di vita.
  • a ricevere, in caso di necessità, una diagnosi precoce e interventi tempestivi e appropriati, incluso il supporto alla propria famiglia e alla propria scuola se serve.
  • alla stessa privacy che viene riservata agli adulti.
  • a essere protetto da ogni forma di abuso, sfruttamento, maltrattamento, trascuratezza e abbandono;
  • alla cura dell’igiene della propria persona e dell’ambiente in cui vive e al rispetto del proprio bisogno di muovermi;
  • a un’alimentazione adeguata: dall’ allattamento materno da neonato a un’educazione che gli insegni a mangiare in modo sano ed equilibrato.

    La complessità sociale che connota la vita quotidiana dei ragazzi di questa fascia d’età e delle loro famiglie, spesso impreparate ad affrontare il ruolo genitoriale in adolescenza, rende necessaria un’attenzione prioritaria da parte di chi come noi opera nei loro contesti di vita, avendo come riferimento più obiettivi: dotare gli adolescenti e i giovani di conoscenze, competenze e opportunità tali da potersi muovere, dapprima in maniera guidata e successivamente in maniera autonoma, come soggetti attivi capaci di innescare meccanismi a catena, finalizzati alla “contaminazione” di percorsi di cittadinanza attiva.