COSA SCATENA PREOCCUPAZIONE ED ANSIA? La linea di confine tra sopravvivenza e sofferenza
Panico, fobie, ansia sociale ed ansia generalizzata sono alcune delle più tipiche condizioni per le quali le persone si rivolgono agli studi di psicoterapia. Anche molte altre condizioni di sofferenza, come ad esempio il disturbo ossessivo compulsivo, le problematiche relazionali e anche la depressione si legano imprescindibilmente a stati d’ansia spesso molto difficili da gestire. Per questo motivo, i sintomi correlati all’ansia ed alla paura possono essere annoverati nella top-ten delle richieste rivolte ai professionisti della salute mentale. Siano essi psicologi, psicoterapeuti o psichiatri.
Ma cosa scatena preoccupazione e ansia?
Qualsiasi evento può essere una causa scatenante. Anche quando le cose vanno per il meglio, potresti pensare “ma cosa succederà se tutto cadrà in pezzi?”. Ci sono situazioni particolari in cui le preoccupazioni diventano ancora più comuni. Gli eventi scatenanti sono situazioni che si presentano come:
• Ambigue – aperte a diverse interpretazioni.
• Nuove – di cui non abbiamo alcuna esperienza pregressa dalla quale attingere.
• Imprevedibili – i cui sviluppi sono poco chiari.
Alcune di queste ti suonano familiari ora? Quando dalla fine del febbraio 2020 la situazione sanitaria globale ha rispecchiato tutti questi punti è stato molto frequente che le persone vivessero l’incertezza e l’imprevedibilità del futuro con preoccupazione che può sfociare in uno stato di ansia.
Diverso è ciò che osservo quando al mio studio si rivolgono pazienti con questa narrazione:
“Dottoressa, non ce la faccio più: sono sempre preoccupata per il lavoro, per i soldi, ho paura di non riuscire a mantenere la mia famiglia. Non ho grossi problemi economici, ma ingigantisco qualsiasi imprevisto, mi sento sempre sul ‘filo del rasoio”.
“Da qualche anno le mie giornate sono un incubo. Quando mio figlio è fuori casa penso continuamente che possa avere un incidente, per cui qualsiasi cosa io faccia, cucinare, pulire o altro, ho sempre la mente rivolta a lui. Sento una frenata brusca e lo immagino travolto da un auto; sento un’ambulanza a sirene spiegate e sono certa che stia trasportando lui in ospedale. Non riesco a controllarmi e non vivo più.”
L’ansia costituisce uno stato d’animo comune (chi di noi non la conosce?), abitualmente transitorio e legato a situazioni potenzialmente pericolose, che nell’evoluzione della nostra specie ha svolto una funzione vitale: permettere di gestire in tempo reale le emergenze della vita.
Quando però accade che il contenuto della preoccupazione sia eccessivo o francamente irreale, condizionando negativamente la vita sociale e l’attività lavorativa del soggetto si configura qui un vero e proprio disturbo psichiatrico, il Disturbo d’Ansia Generalizzata (GAD).
I pazienti affetti da GAD riferiscono di essere “cronicamente preoccupati”, “ansiosi”, “apprensivi”. La loro capacità di immaginare scenari catastrofici e disgrazie è tale che, pur in assenza di motivazioni adeguate, temono costantemente per la salute e l’incolumità fisica dei propri familiari, per la situazione finanziaria, per il rendimento lavorativo o scolastico e fanno continue previsioni di sventura per sé e per gli altri.
Questo stato di allarme e ipervigilanza protratti si associa a sintomi somatici che possono riguardare sia il sistema neurovegetativo (respiro affannoso, tachicardia, difficoltà a deglutire, sensazione di “testa vuota”, sudorazione, bocca asciutta) che l’apparato gastrointestinale (difficoltà digestive, nausea, meteorismo, diarrea). Caratteristica è la tensione muscolare che si manifesta con “cefalea” e “peso alla testa” ma anche con dolori diffusi, tremori, scatti muscolari e sensazione di rigidità alle braccia. Il continuo stato di preoccupazione, a sua volta, provoca disturbi cognitivi (come difficoltà di concentrazione e memoria e facile distraibilità) irritabilità, tendenza a sussultare per un nonnulla, insonnia.
Quando la preoccupazione diventa un problema?
Tutti si preoccupano in una certa misura, e pensare in anticipo può aiutarci a pianificare ed affrontare il futuro. Non esiste una quantità “giusta” di preoccupazione. Diciamo che la preoccupazione diventa un problema quando ti impedisce di vivere la vita che vuoi vivere, o ti fa sentire demoralizzato ed esausto.
La preoccupazione può essere utile o poco utile e gli psicologi spesso distinguono tra preoccupazioni riguardanti “problemi reali” vs “problemi ipotetici”.
• Le preoccupazioni di problemi reali riguardano problemi attuali che richiedono soluzioni in questo preciso momento. Ad esempio, data la reale preoccupazione per il virus al momento, ci sono soluzioni utili, che includono lavaggi regolari delle mani, distanza sociale e isolamento fisico se si hanno sintomi.
• Le preoccupazioni ipotetiche sull’attuale situazione politica internazionale, potrebbero includere la riflessione sugli scenari peggiori (ciò che potremmo definire catastrofico). Ad esempio, immaginare scenari peggiori come la morte della maggior parte delle persone a causa di una bomba atomica.
È naturale preoccuparsi ora, ma se ritieni che ciò stia diventando eccessivo e che la preoccupazione stia prendendo il sopravvento sulla tua vita – ad esempio se ti rende ansioso o fai fatica ad addormentarti – allora potrebbe essere utile provare a trovare modi per limitare il tempo che passi a preoccuparti e prendere i giusti provvedimenti per gestire il tuo benessere.
Esercitati a identificare se la tua preoccupazione è una “preoccupazione per un problema reale” o una ” preoccupazione ipotetica “.
L’albero decisionale delle preoccupazioni, che ti allego alla fine dell’articolo, è uno strumento utile per aiutarti a decidere di che tipo è la tua preoccupazione. Se stai vivendo molte preoccupazioni ipotetiche, allora è importante ricordare a te stesso che la tua mente non si sta concentrando su un problema che puoi risolvere in questo momento, e quindi cerca dei modi per lasciar andare la preoccupazione e concentrarti su qualcos’altro. Puoi anche usare questo strumento con i bambini se hanno difficoltà ad affrontare questo momento.
• Esercitati a posticipare la tua preoccupazione. La preoccupazione è insistente: può farti sentire come se dovessi impegnarti con essa proprio in questo momento. Ma puoi esercitarti a rinviare la preoccupazione ipotetica; molti sostengono che ciò gli consente di avere una relazione diversa con le loro preoccupazioni. In pratica, questo significa riservare deliberatamente ogni giorno del tempo a preoccuparsi (ad es. 30 minuti alla fine di ogni giornata). All’inizio può sembrare una cosa strana! Ma significa anche che per le altre 23,5 ore del giorno provi a lasciare andare via la preoccupazione f inché non arriva il “tempo della preoccupazione”. Il nostro esercizio di Rinvio della Preoccupazione ti guiderà attraverso i passaggi necessari per sperimentarlo.
• Parla con te stesso con compassione. La preoccupazione può provenire dalla premura – ci preoccupiamo degli altri quando ci prendiamo cura di loro. Una tecnica tradizionale della terapia cognitivo-comportamentale per lavorare con pensieri negativi, ansiosi o sconvolgenti è quella di scriverli e trovare un modo diverso di rispondere ad essi. Usando l’ Attività “Sfida i tuoi pensieri con compassione” puoi esercitarti a rispondere ai tuoi pensieri ansiosi o preoccupanti con gentilezza e compassione.
• Pratica la consapevolezza. L’apprendimento e la pratica della consapevolezza possono aiutarti a lasciar andare le preoccupazioni e riportarti al momento presente. Ad esempio, concentrarti sul movimento delicato del respiro o sui suoni che senti attorno a te, può servirti come “ancora” utile per tornare al momento presente e lasciar andare le preoccupazioni.
Quando stiamo lottando con ansia e preoccupazione, possiamo perdere il contatto con le cose che ci danno piacere. Pianifica alcune attività ogni giorno che sono piacevoli e ti fano sentire bene. Ad esempio, leg•ere un buon libro, guardare una commedia, ballare o cantare le tue canzoni preferite, fare un bagno rilassante o mangiare il tuo cibo preferito. Ci sentiamo bene quando abbiamo raggiunto o realizzato qualcosa, quindi è utile includere ogni giorno attività che ti danno un senso di realizzazione.
Ad esempio, fare alcuni lavori domestici, decorare, giardinaggio, un’attività di lavoro, cucinare una nuova ricetta, completare una routine di esercizi o completare un’ “incombenza amministrativa”come pagare una bolletta.
L’ALBERO DELLE PREOCCUPAZIONI tratto dal sito www.getselfhelp.co.uk